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Si installi il pacchetto libpaper1
che chiederà il formato carta
predefinito per tutto il sistema. Questa impostazione sarà memorizzata nel
file /etc/papersize.
Gli utenti possono sovrascrivere l'impostazione del formato carta usando la
variabile d'ambiente PAPERSIZE. Per i dettagli, vedere la pagina
di manuale papersize(5)
.
Molti file di device nella directory /dev appartengono a gruppi predefiniti. Per esempio, /dev/sr0 appartiene al gruppo cdrom.
Se si vuole che un certo utente abbia accesso ad uno di questi device, aggiungere l'utente al gruppo a cui appartiene il device, usare cioè:
adduser utente gruppo
In questo modo non si dovranno cambiare i permessi dei file di device.
Se lo si fa dall'interno di una shell utente o di un ambiente con interfaccia grafica si deve fare il logout e nuovamente il login per poter diventare un membro effettivo del gruppo specificato. Per controllare a quali gruppi si appartiene eseguire groups.
Si noti che, a partire dall'introduzione di udev, se si cambiano i permessi di una periferica hardware questi potrebbero essere modificati all'avvio per alcuni device; se ciò accade alle periferiche hardware a cui si è interessati, sarà necessario modificare in modo appropriato le regole in /etc/udev.
Il pacchetto kbd
lo permette: modificare il file
/etc/kbd/config.
I programmi X di Debian installano i loro dati di risorsa dell'applicazione nella directory /etc/X11/app-defaults/. Se si vogliono personalizzare globalmente le applicazioni X, si mettano le proprie personalizzazioni in questi file. Sono marcati come file di configurazione, quindi il loro contenuto sarà preservato durante gli aggiornamenti.
Come tutti gli Unix, Debian si avvia eseguendo il programma init[5]. Il file di configurazione per init (che è /etc/inittab) specifica che il primo script da eseguire dovrebbe essere /etc/init.d/rcS. Questo script esegue tutti gli script in /etc/rcS.d/ facendo il fork di sottoprocessi per effettuare un'inizializzazione come verificare e montare i file system, caricare moduli, avviare i servizi di rete, impostare l'orologio ed effettuare altre inizializzazioni.
Dopo aver completato il processo di avvio, init esegue tutti gli script di avvio dentro una directory specificata dal livello di esecuzione (runlevel) predefinito (questo runlevel è dato dalla voce id in /etc/inittab). Come la maggior parte degli Uni* compatibili con il System V, Linux ha 7 runlevel:
0 (ferma il sistema),
1 (modalità singolo-utente),
da 2 a 5 (varie modalità multi-utente) e
6 (riavvia il sistema).
I sistemi Debian vengono forniti con id=2, che indica che il runlevel predefinito sarà "2" quando si entra nello stato multiutente, e che verranno eseguiti gli script in /etc/rc2.d/.
Debian usa l'ordine di avvio basato su dipendenze attraverso
insserv
, usando le intestazioni LSB in ogni script in
/etc/init.d/, oltre all'avvio concorrente parallelo attraverso
l'utilizzo di startpar
per velocizzare il processo di avvio.
Gli script in ognuna delle directory /etc/rcN.d/ sono solo collegamenti simbolici agli script in /etc/init.d/. Comunque, i nomi dei file in ognuna delle directory /etc/rcN.d/ sono selezionati per indicare il modo in cui gli script in /etc/init.d/ vengono eseguiti. Specificatamente, prima di entrare in qualsiasi runlevel, sono eseguiti tutti gli script che iniziano con "K"; questi script uccidono i servizi. Poi vengono eseguiti tutti gli script che iniziano con "S"; questi script avviano i servizi. Il numero a due cifre che segue la 'K' o la 'S' indica l'ordine in cui lo script sarà eseguito. Gli script con un numero minore sono eseguiti prima.
Questo approccio funziona perché tutti gli script in /etc/init.d/ accettano un argomento che può essere "start", "stop", "reload", "restart" o "force-reload" e svolgeranno poi il compito indicato dall'argomento. Questi script possono essere usati anche dopo che un sistema è stato avviato, per controllare vari processi.
Per esempio, con l'argomento "reload" il comando
/etc/init.d/sendmail reload
invia al demone sendmail il segnale di rileggere il suo file di configurazione.
Notare che invoke-rc.d
non dovrebbe essere usato per chiamare gli
script /etc/init.d/, ma dovrebbe essere usato invece
service
.
Lo script rc.local viene eseguito alla fine di ogni runlevel multiutente. In Debian è configurato per non fare nulla. Ciò fornisce personalizzazione del processo di avvio ma potrebbe non essere sufficiente in tutte le situazioni.
Si supponga che un sistema necessiti di eseguire lo script pippo all'avvio o all'ingresso ad un particolare runlevel (System V). Allora l'amministratore di sistema dovrebbe:
Mettere lo script pippo nella directory /etc/init.d/.
Eseguire il comando Debian update-rc.d con gli argomenti appropriati, per specificare quali runlevel devono avviare il servizio e quali devono fermarlo.
Considerare l'opportunità di riavviare il sistema per controllare che il servizio venga avviato correttamente (nell'ipotesi che si sia impostato il suo avvio nel runlevel predefinito). Altrimenti avviarlo manualmente eseguendo "/etc/init.d/pippo start".
Si può, per esempio, fare in modo che lo script pippo venga eseguito all'avvio, mettendolo in /etc/init.d/ ed eseguendo update-rc.d pippo defaults 19. L'argomento «defaults» fa riferimento ai runlevel predefiniti, il che significa (almeno in assenza di blocchi di commento LSB che specifichino diversamente) che il servizio viene avviato nei runlevel dal 2 al 5 e che viene fermato nei runlevel 0, 1 e 6. (Quasiasi direttiva LSB Default-Start e Default-Stop in pippo ha la precedenza quando si usa la versione sysv-rc di update-rc.d, ma viene ignorata dalla variante file-rc (v0.8.10 e successive) di update-rc.d.) L'argomento «19» assicura che pippo venga chiamato dopo che siano stati completati tutti gli script il cui numero è minore di 19 e prima di tutti gli script con numero uguale o maggiore di 20.
Alcuni utenti desiderano creare, per esempio, un nuovo server installando un
gruppo di pacchetti Debian ed un pacchetto generato localmente che consiste di
file di configurazione. Questa non è generalmente una buona idea, perché
dpkg
non saprà nulla di quei file di configurazione se sono in un
pacchetto differente, e potrebbe scrivere configurazioni in conflitto quando
uno dei paccheti del "gruppo" iniziale viene aggiornato.
Piuttosto, si crei un pacchetto locale che modifichi i file di configurazione
del "gruppo" di pacchetti Debian che interessano. Allora
dpkg
e il resto del sistema di gestione dei pacchetti vedono che i
file sono stati modificati dall'"amministratore di sistema" locale e
non cercheranno di sovrascriverli quando quei pacchetti verranno aggiornati.
Si supponga che l'amministratore o un utente locale desideri usare un programma
"login-local" piuttosto del programma "login" fornito dal
pacchetto login
di Debian.
Non:
Sovrascrivere /bin/login con login-local.
Il sistema di gestione dei pacchetti non saprà di questo cambiamento e semplicemente sovrascriverà il /bin/login personalizzato ogni volta che login (o qualsiasi altro pacchetto che fornisce /bin/login) verrà installato o aggiornato.
Invece,
Eseguire:
dpkg-divert --divert /bin/login.debian /bin/login
in modo che tutte le future installazioni del pacchetto login
di
Debian scrivano invece il file /bin/login in
/bin/login.debian.
Poi eseguire:
cp login-local /bin/login
per spostare il proprio programma al suo posto.
Eseguire dpkg-divert --list per vedere quali deviazioni siano attualmente attive sul proprio sistema.
I dettagli sono forniti nella pagina di manuale dpkg-divert(8)
.
Eseguire il comando:
dpkg-scanpackages BIN_DIR OVERRIDE_FILE [PREFISSOPERCORSO] > mio_Packages
dove:
BIN-DIR è la directory dove sono contenuti i file di archivio Debian (che solitamente hanno estensione ".deb").
OVERRIDE_FILE è un file che viene modificato dai manutentori della distribuzione ed è solitamente situato, per i pacchetti Debian nella sezione "main" in indices/override.main.gz nell'archivio FTP Debian. Può essere ignorato per pacchetti locali.
PREFISSOPERCORSO è una stringa opzionale che può essere posta prima del file mio_Packages prodotto.
Una volta che si è creato il file mio_Packages, si informi il sistema di gestione dei pacchetti usando il comando:
dpkg --merge-avail mio_Packages
Se si sta usando APT, si può anche aggiungere il repository locale al proprio
file sources.list(5)
.
Ci sono diversi casi in cui due pacchetti forniscono due versioni differenti di un programma, che forniscono entrambe le stesse funzionalità fondamentali. Gli utenti possono preferire l'una rispetto all'altra per abitudine o perché l'interfaccia utente di un pacchetto è in qualche modo più piacevole di quella di un altro. Altri utenti sullo stesso sistema possono fare una scelta differente.
Debian usa un sistema di pacchetti "virtuali" per permettere agli amministratori di sistema di scegliere (o lasciare che gli utenti scelgano) i propri strumenti preferiti quando ce ne sono due o più che forniscono la stessa funzionalità di base pur continuando ancora a soddisfare i requisiti in termini di dipendenze dei pacchetti senza specificare un particolare pacchetto.
Per esempio, potrebbero esistere due differenti versioni di lettori di
newsgroup su un sistema. Il pacchetto del server per newsgroup potrebbe
"raccomandare" la presenza di un qualche lettore di
newsgroup sul sistema, ma la scelta tra tin e trn è
lasciata all'utente. Ciò è realizzato avendo entrambi i pacchetti
tin
e trn
che forniscono il pacchetto virtuale
news-reader
. Quale programma venga chiamato è
determinato da un collegamento che punta dal file con il nome del pacchetto
virtuale /etc/alternatives/news-reader al file selezionato, per
esempio /usr/bin/trn.
Un solo collegamento è insufficiente per supportare pienamente l'uso di un programma alternativo; normalmente devono essere selezionate anche le pagine di manuale e possibilmente anche altri file di supporto. Lo script Perl update-alternatives fornisce un mezzo per garantire che tutti i file associati con uno specifico pacchetto siano selezionati come i predefiniti di sistema.
Per esempio, per verificare quale eseguibile fornisce "x-window-manager", eseguire:
update-alternatives --display x-window-manager
Se lo si desidera cambiare, eseguire:
update-alternatives --config x-window-manager
e seguire le istruzioni sullo schermo (sostanzialmente premere il numero vicino alla voce che si preferisce).
Se, per qualche ragione, un pacchetto non si registra da solo come un window manager (si segnali il bug se c'è un errore) o se si usa un window manager dalla directory /usr/local, le selezioni sullo schermo non conterranno la propria voce preferita. Si può aggiornare il collegamento attraverso opzioni da riga di comando, così:
update-alternatives --install /usr/bin/x-window-manager \ x-window-manager /usr/local/bin/wmaker-cvs 50
Il primo argomento dell'opzione '--install' è il collegamento simbolico che punta a /etc/alternatives/NOME, dove NOME è il secondo argomento. Il terzo argomento è il programma al quale /etc/alternatives/NOME dovrebbe puntare e il quarto argomento è la priorità (maggiore è il valore maggiore è la probabilità che l'alternativa sia scelta automaticamente).
Per rimuovere un'alternativa che si è aggiunta eseguire semplicemente:
update-alternatives --remove x-window-manager /usr/local/bin/wmaker-cvs
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The Debian GNU/Linux FAQ
versione 8.1-0.rb1, 24 January 2017